PEDAGOGIA: verso il Rinascimento, gli umanisti di seconda generazione











A partire dalla metà del XV secolo si affaccia sulla scena culturale e pedagogica una seconda generazione di maestri, dediti in gran parte alla riflessione teorica e ormai proiettati verso  l'idea della vita rinascimentale.
Personalità dagli interessi molteplici, in ambito pedagogico fu il nome di Leon Battista Alberti è legato all'ampio operato della famiglia, diviso in quattro libri dedicati agli aspetti più svelati della vita familiare, tra questi è un posto d'onore proprio l'educazione, documenti anticipatore della tensione crescente rivolta alla famiglia quel luogo della prima formazione. La documentazione prodotta dallo storico francese 
Philippe Aries

 dimostra come tra, il 400 700, la famiglia si approccia sempre di più sul compito di educare i suoi membri, dall'ora svolto dalla collettività. La lontananza fisica affettiva  nei confronti dei propri figli aveva soprattutto la funzione di garantire un indispensabile distacco emotivo e sentimentale . In un epoca in cui la mortalità infantile era ancora elevatissima, infatti, affezionarsi al bambino significava spesso condannarsi al dolore di perderlo prima di avere completato lo svezzamento. Alberti celebra la virtù pratica, l'esercizio e l'applicazione in ogni ambito dell'esistenza e della quotidianità. Il trattato di Alberti, si differenza dai suoi predecessori che invece avevano scritto in latino, poiché questo fu scritto  in volgare. Al centro, ci fu il discorso pedagogico che fa  riferimento all'autorevolezza delle figure genitoriali, specialmente del padre. Egli è chiamato a  essere soprattutto d'esempio, in vista del radicamento spirituale e morale dei figli.In Alberti presenta anche il tema della fortuna e dirigenza della virtù come strumento utile per affrontare le sempre sorprendenti circostanzedella vita. L'educazione appare come l'aria necessaria per la formazione della virtù. Anche la scuola e quindi l'insegnamento andavano, orientati al raggiungimento della virtù, gli interpreti non hanno infatti mancato di sottolineare il razionalismo e maturo che ha reso Alberti, di là dei limiti cronologici, un esponente di quella generazione umanistica che si confrontava già con le è suggestioni più profonde della modernità, come altri aspetti della sua opera poliedrica di artista, architetto e, scrittore mostrano ampiamente.

Un'altra esponente della seconda generazione di umanisti, ancora come Berti alle sollecitazioni della vita sociale, fu Baldassarre Castiglione

autore di un celebre trattato sulla vita di corte, che è insieme un prontuario delle regole, dei comportamenti e delle mentalità diffusa negli ambienti più importanti e raffinati della società del tempo, e anche una preziosa testimonianza per lo studio della storia dei costumi punto il Castiglione descrive tutte le virtù del corpo e dello spirito utile alla vita di corte, indispensabili per il cortigiano. La prestanza fisica o unità il coraggio e, l'eleganza, saggezza necessaria per essere buoni consiglieri dei principi e dei grandi dignitari erano le doti più stimate le cortigiani, seguendo un criterio dell'opportunità che l'eternità aveva anche l'importanza dei vari ingredienti della cultura e della pressione di corte. Rispetto allo splendore delle corti e le principali monarchie della  civiltà cortigiana narrata nel Castiglione aveva ormai perso il suo contatto con la vita politica e gradualmente rimase soltanto delle ali delle buone maniere, compendiato in un altro celebre trattato di nell'insieme delle prescrizioni del galateo.