SOCIOLOGIA: Le radici filosofiche

 




La sociologia non è sempre esistita, anche se sin dalle origini l'essere umano si è interrogato sul senso del suo vivere insieme ad altri uomini, come abbiamo visto con Aristotele. Come molte altre science, anche la sociologia è nata storicamente da una parte della filosofia. Il termine ''sociologia'', è stato usato per la prima volta  dal filosofo Francese Auguste Comte (1798-1857)



 nel suo Corso di filosofia posotiva. Ma in realtà già da due secoli alcuni filosofi si erano posti quello che abbimo visto essere il problema di caraterrizzazione della ricerca sociologa:

-com'è possibile che molti individui si assoggettino alle norme necessarie per vivere in società?

Per molti secoli era stata dominante una concezione che potremmo  definire naturalistica, di matrice aristotelica, secondo la quale la società umana sarebbe un fatto del tutto naturale scaturito dalla socievolezza istintiva dell'uomo. I fislosofi del XVII secolo formularono la teoria del contratto sociale. Che stabiliva che tra gli esseri vi sarebbe come una sorta di tacito accordo, un patto non scritto che essi avrebbero implicitamente stipulato per fissare delle regole di convivenza certe e condivise, a cui tutti debbono sottostare.

All'origine di questa teoria stava l'idea che l'essere umano non vive da sempre in società, e che quindi non è affatto un animale sociale fin dalla nascita, istintivamente portato alla convivenza con gli altri. Questo stato di vita naturale e solitaria comportava tuttavia grandissimi disagli e difficoltà per la sopravvivenza di ciascuno. Tutti erano esposti infatti non solo alle minaccie provenienti dagli altri uomini, i quali, come sosteneva Hobbes, rappresentavano gli uni per gli altri un pericolo:

  ''homo homini lupus est''.


Successivamente durante l'illuminismo, tuttavia, ci si rese conto che lo stato di natura e il contratto sociale non potevano essere eventi reali storicamente avvenuti, e che dunque essi dovevano essere solo delle ipotesi astratte, dei modelli teorici utili per cercare di descrivere il fondamento della convivenza sociale. La teoria del contratto sociale sia priva di attenzione per l'evoluzione storica delle culture. Essa infatti cerca di spiegare in un solo modo l'origine di tutte le forme di società civile mentre a un'analisi più attenta si capisce che la società sono molto diverse le une dalle altre sia per il contesto naturale in cui Esse evolvono sia per i costumi le tradizioni le religioni su cui si basano. Le norme che governano la vita sociale non sono, per Montesquieu, assolute fissate una volta per tutte e valide per l'intera umanità, ma dipendono dal variare delle tante condizioni interne ed esterne che accompagnano la storia della civiltà.

Nello stesso periodo un altro illuminista francese, jean-jacques Roussae 1712-1778,



 ebbe il merito di introdurre una nuova variabile nell'indagine sulla società. Per Rosseou au, la storia dell'umanità riunite società è fatta di diseguaglianze e ingiustizie è come una sorta di degenerazione e di corruzione rispetto all'iniziale stato di natura, in cui tutti erano a suo avviso liberi e uguali.